martedì 31 maggio 2011

Movimento dei giovani palestinesi

GIOVANI PALESTINESI PRONTI PER IL 5 GIUGNO
Il movimento, nato sull'onda delle rivoluzioni arabe, sta organizzando una marcia pacifica verso Gerusalemme in occasione del 44° anniversario della "Naksa", l'occupazione dei Territori nel 1967 .

DI MARTA FORTUNATO

Beit Sahour (Cisgiordania), 30 maggio 2011, Nena News (nella foto: manifestazione del 15 maggio a Betlemme) - In occasione del 5 giugno 2011, commemorazione della Naksa, inizio dell’occupazione israeliana della Cisgiordania nel 1967, il movimento dei giovani palestinesi ha organizzato una grande manifestazione a Qalandyia. “Il nostro scopo è quello di manifestare tutti assieme davanti al più disumano posto di blocco di tutta la Cisgiordania e di cercare di oltrepassarlo per dirigerci verso Gerusalemme” ha dichiarato a Nena News Majd Hamid, un ragazzo di 23 anni di Ramallah, molto attivo nel movimento dei giovani palestinesi – “Cristiani e musulmani si raduneranno a Qalandyia e pregheranno insieme per poi dare inizio ad una marcia pacifica verso Gerusalemme”.

Il movimento dei giovani palestinesi ha iniziato a formarsi ben prima delle manifestazioni del 15 marzo 2011, giornata della mobilitazione nazionale per l’unità. Già a dicembre, sull’onda della rivoluzione in Tunisia, un gruppo di giovani ha organizzato una manifestazione a Ramallah, in sostegno ai fratelli arabi, e ha iniziato a delineare un piano d’azione politica.

Questo movimento è costituito principalmente da giovani palestinesi di età compresa tra i 22 e i 30 anni, nati o cresciuti durante la prima Intifada e diventati adolescenti durante il fallimento dei negoziati di Oslo e con l’inizio della Seconda Intifada. Molti di loro sono laureati e hanno avuto la possibilità di trascorrere un periodo di studio all’estero, in Europa o negli Stati Uniti. Secondo Majd, la novità rispetto ad altri movimenti del passato è che ci sono molte persone appartenenti alla classe media e medio-alta e questa è da considerarsi una conquista molto importante perchè “dopo la prima Intifada era diventato molto difficile mobilitare persone di classi sociali più ricche”.

I principi di base di questo movimento sono la rifondazione dell’OLP per rappresentare i palestinesi in tutto il mondo e la necessità di trovare un terza via alternativa alle soluzioni proposte da Fatah e Hamas, di svecchiare la retorica dei discorsi dei leader politici, di rinnovare la classe politica, di parlare delle reali necessità della popolazione palestinese come i diritti civili, la democrazia, la libertà.

Il movimento dei giovani è stato uno degli organizzatori delle manifestazioni del 15 marzo, data in cui migliaia di palestinesi sono scesi nelle piazze delle principali città della Cisgiordania e di Gaza facendo appello all’unità nazionale. Da questa data, i giovani si sono impegnati lavorando su due piani: internet ed azioni di base.

Per quanto riguarda il web, la più importante fonte di informazione sul movimento è la pagina Facebook Sawt al-Manara (La voce di al-Manara) dove si trovano le principali attività del gruppo di giovani di Ramallah e continui aggiornamenti sulle attività svolte e su quelle programmate.

Dall’altra parte, i giovani palestinesi hanno deciso di compiere azioni locali e concrete per informare i palestinesi sui loro progetti e le loro richieste. L’esempio più visibile è stata l’installazione di una tenda, detta Tenda dell’Unità, nelle piazze delle principali città della Cisgiordania.

La tenda dell'Unità a Betlemme

“Lo scopo era quello di dare nuova vita allo spazio pubblico,di utilizzare la piazza come luogo di incontro e di dialogo con le persone” ha spiegato Tarek Zboun, 22 anni, uno dei membri più attivi del movimento a Betlemme. Tuttavia “il problema principale che abbiamo affrontato è stato il fatto che la gente di Betlemme non crede nel nostro progetto e che la frammentazione tra i partiti politici palestinesi è più forte della nostra proposta di unità e di rinnovamento” ha continuato.

Nello stesso tempo, il movimento ha dovuto lottare contro l’opposizione dell’Autorità Palestinese, la quale ha tentato di ostacolare il progetto della tende e di offuscare il messaggio che i giovani volevano diffondere. A fine aprile, le tende allestite nelle varie città palestinesi sono state smantellate perché il numero delle persone coinvolte diminuiva di giorno in giorno e il sit-in permanente era diventato troppo stancante. Poco è stato anche il sostegno da parte degli studenti universitari, più impegnati nelle lotta partitiche tra Fatah e PFLP (il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina) piuttosto che nella ricerca di un piano d’azione comune.

Tuttavia il movimento dei giovani continua e anche se il coordinamento avviene a livello locale o non nazionale, nelle principali città palestinesi i giovani organizzano work-shop, serate musicali e manifestazioni. A Ramallah ogni settimana ci sono dei laboratori sulla resistenza pacifica e ogni venerdì il gruppo di giovani palestinesi partecipa alla marcia settimanale nel villaggio di Nabi Saleh in sostegno agli abitanti che da anni sono costretti a combattere contro la confisca delle terre e la continua costruzione delle colonie israeliane.

Anche se finora il numero dei giovani coinvolti in questo movimento è ancora ristretto, secondo Lubna Massarwa, attivista del Free Gaza Movement, è solo questione di tempo. “Si tratta di un movimento nuovo e finora tutte le idee nuove hanno avuto bisogno di tempo prima di essere appoggiate. Noi dobbiamo essere pazienti e continuare. Sono sicura che qualcosa di nuovo sta per accadere nel prossimo futuro e penso che molti palestinesi aderiranno al nostro messaggio. Noi andremo avanti, è l’inizio di un nuovo importante movimento per la Palestina”. Nena News

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