giovedì 29 novembre 2012

Un pò le bombe un pò la propaganda un pò il razzismo colonialista

Non c'è che dire, Israele ce la mette tutta per gettare fango sulle vittime. Non si accontenta di uccidere, fare stragi e punizioni collettive, le vittime devono risultare colpevoli e Israele un innocente stato che cerca di difendere i suoi cittadini. Non è una novità, solo che ora i mezzi, grazie alla tecnologia si sono raffinati e possono essere usati anche i bambini, tutto fa brodo, anzi questa è proprio una bella mossa! Certo l'educazione comincia dall'infanzia e così mentre io non riesco ad andare nelle scuole a parlare con i ragazzi della Palestina neppure con un libro di racconti, grazie alla complicità degli operatori dell'istruzione o alla loro indifferenza, in Israele sono arruolati i ragazzini in prima persona. Così il mondo si dovrebbe commuovere nel vedere com'è traumatico per un bambino di Askelon o di Sderot vivere con i razzi sulla testa. Lo sarà certamente, ma di questo devono ringraziare il loro governo. Ma se i razzi provocano traumi da stress cosa possono provocare le bombe? Ah, già, quelli di Gaza "non sono come noi" e possono essere sacrificati per la "nostra sicurezza". I bambini di Gaza non hanno bisogno di incursioni per subire traumi da stress continuato, lo subiscono tutti i giorni senza tregua, le bombe oltre ad aumentare i livelli del trauma (ci sono bambini che sono morti di paura) li fanno anche a pezzi. Ma questo non importa quelli non sono bambini che meritano di essere presi in considerazione, ma piccoli futuri terroristi. Non so fino a quando il mondo sarà disponibile ad accogliere queste giustificazioni razziste, colonialiste e disumane. E poi la tecnologia è un'arma a doppio taglio, tweet, video e foto possono raccontare ben altro e lo fanno. Nessuna propaganda razzista e coloniale potrà cancellare l'immagine della casa della famiglia palestinese sterminata e dei quattro piccoli bambini ammazzati. Ministero dell’Istruzione agli studenti delle scuole superiori: aiutate con hasbara di Connie Hackbarth Il Ministero dell’Istruzione israeliano, ha inviato martedì scorso una comunicazione speciale ai presidi delle scuole superiori di tutto il paese, invitando gli studenti a partecipare agli sforzi della propaganda israeliana che riguardano gli attacchi su Gaza. Gerusalemme : monolitico edificio del Ministero dell’Istruzione dal quale è stata inviata agli studenti la richiesta di partecipare alla campagna hasbara di Israele Dalit Stauber, il direttore generale del Ministero dell’Istruzione ha spiegato: “Possiamo conquistare l’opinione pubblica mondiale utilizzando un umorismo affascinante e un linguaggio visivo”. Agli studenti è stato promesso che i lavori selezionati saranno utilizzati dai funzionari israeliani in tutto il mondo e saranno mostrati sul canale educativo televisivo israeliano. I bambini al servizio della propaganda governativa. Secondo un rapporto del sito d’informazione israeliano Ynet, il Ministero dell’Istruzione israeliano ha dato il via ad un’iniziativa congiunta con il Ministero degli Esteri, proponendo di arruolare “decine di migliaia di alunni che possono influenzare l’opinione pubblica mondiale”. Nel comunicato inviato alle scuole superiori di tutto il Paese viene scritto: “Voi siete una parte del pubblico la cui voce vorremmo sentire. Voi siete la generazione dei nuovi media, vi invitiamo a partecipare e ad influenzare l’opinione pubblica mondiale”. Tenendo in considerazione il forte desiderio degli adolescenti di essere socialmente accettati, il Ministero promette che i testi selezionati, le foto, i video ed i tweet saranno utilizzati in tutto il mondo. Paz Azran è una blogger israeliana di 17 anni che vive nella città di Ashkelon. Azran, partecipa attivamente nella propaganda israeliana da 4 anni, come parte di un progetto ufficiale delle scuole superiori. Venerdì scorso, due giorni dopo l’avvio dell’operazione contro i palestinesi della Striscia di Gaza, “Defence Pillar”, Azran è stata contattata dalla campagna nazionale di propaganda della Presidenza del Consiglio dei Ministri: le hanno chiesto di scrivere un blog in lingua inglese, in cui lei avrebbe condiviso con i lettori le su esperienze “dall’inferno”. La ragazza ha riferito a Ynet: “So quanto la storia di un bambino può influenzare le persone in tutto il mondo e penso che ci siano bambini con talento e un forte desiderio di condividere che ci possono aiutare in questo ambito. In primis, mando dei rapporti sul numero di razzi che sono caduti oggi, osservo se succede qualcosa di eccezionale, come il lancio di un missile a Tel Aviv o a Gerusalemme o scuole e case che sono state colpite direttamente dai missili. Il mio scopo è quello di raccontare la mia storia personale e come ci sente a vivere sotto un attacco missilistico”. Il presidente dell’Unione Nazionale della Gioventù, Yuvak Kachlon, ha accolto con favore questa iniziativa. Kachlon ha riferito a Ynet: "Stiamo iniziando una campagna di propaganda per cambiare l'immagine che esiste oggi dello Stato d’Israele, abbiamo l'obbligo di cambiare l'immagine e pubblicare la verità e il lato buono del nostro Paese. Io credo che più si lavora sul tema della propaganda, più si riceverà un sostegno maggiore in tutto il mondo”. La blogger Azran ha detto a Ynet : “Naturalmente ci sono anche delle risposte negative” ai post che pubblica nel suo blog: “Per esempio, in uno dei miei post ho parlato di come una scuola sia stata colpita direttamente da un razzo, e qualcuno ha risposto che anche le scuole di Gaza sono state bombardate. Sono stata molto attenta di spiegare che la ragione di questo è il fatto e le scorte di armi sono nascoste nelle scuole”. (tradotto da Palestina Rossa)

Nessun commento: