domenica 24 febbraio 2013

Dalla Calabria a Torino SCIOPERO DELLA FAME A SOSTEGNO DEI PRIGIONIERI PALòESTINESI IN SCIOPERO DELLA FAME, TRA CUI SAMER ISSAWI.

> > Data: 23 febbraio 2013 10:46:39 GMT+01:00 > A: news@invictapalestina.org > Oggetto: 6° giorno in solidarietà con i prigionieri palestinesi > > Cari amici, oggi è il 6° giorno di sciopero in solidarietà con Samer. > > Ieri sera ho partecipato alle funzioni religiose anche senza essere credente/praticante. Prima di iniziare il percorso della Via Crucis il Parroco ha letto un messaggio di denuncia sull'occupazione israeliana, alla fine delle 14 stazioni sono stato invitato a spiegare le ragioni della protesta, ho avuto così occasione di parlare nei dettagli di Samer Issawi nelle carceri israeliani ad appena 16 anni, poi ho letto "la denuncia", brano scritto da Don Nandino Capovilla per la 10° stazione della Via Crucis. > > Riporto i 2 brani di seguito. > > Finita la funzione religiosa grande sorpresa: Davanti alla tenda la 4° classe della scuola elementare al completo, armati di notes e matita pronti a riportare le mie risposte alle loro 10 domande, faranno un elaborato in classe e poi lo recapiteranno ad Invictapalestina. Il Centro ha donato alla maestra libri sull'argomento e un Premio per l'elaborato più impegnativo e completo. > > Abbiamo poi smontato la tenda e il digiuno è proseguito nel "Centro di documentazione" Invictapalestina finalmente al caldo. > > Oggi alle 14.40 aereo da Lamezia per Torino, dove lo scioperò continuerà insieme ad altri amici in una tenda che nel frattempo sarà allestita in via Garibaldi nei pressi del Centro Studi Sereno Regis. > > > Lettura del Parroco ai fedeli. > > Le Vie Crucis che celebriamo, non sono semplicemente archeologie devozionali o particolari spiritualità, che variegano il mondo cattolico. Esse sono scritte, ancora oggi, con il sangue di migliaia di oppressi che lottano per la loro liberazione. Tra questi ci sono i palestinesi che sono ogni giorno costretti in interminabili checkpoint, in uno stato di umiliazione continua e terribile. La Palestina è fatta di gente scacciata dalle proprie case, di agricoltori senza terra, di artigiani senza bottega. Il ripercorrere i passi di Cristo, sotto il peso di una condanna ingiusta, ci dovrebbe immerge proprio in quell’atmosfera quotidiana della Terra Santa, dove il dolore e l’umiliazione sono un dato costante per un popolo che percorre le stesse strade di Gesù, divenute calvario di morte, di paura e di insicurezza totale. > > Su tutto questo, domina il tristissimo segno del muro. Quel muro che in Europa commemoriamo caduto, venti anni dopo, perché ci siamo accorti che era un terribile segno di inciviltà e di ingiustizia. Ma quello stesso muro, ben più raffinato e ben più ingiusto, divide ora ancor più di due popoli, due lingue, due culture, due religioni. > > Purtroppo, la passione di Gesù non ha spazi privilegiati. Si ricompone in ogni angolo della terra. Perciò, la Via crucis diventa vivente, ogni giorno su strade che portano ai calvari di oggi. > > > Don Nandino Capovilla: 10° stazione, In prigione, in prigione > > E' una montagna di dolore questo calvario su cui arrancano più di diecimila famiglie palestinesi. > Una serie di norme, in gran parte contrarie al diritto internazionale, condanna persino i ragazzini a marcire nelle prigioni israeliane anche per vent'anni, senza processo né capo d'imputazione. > Ragazzini rei di aver scagliato pietre contro i carri armati, ragazzini che una volta uomini, potrebbero imbracciare le armi per mal riposto desiderio di riscatto. > > Sette famiglie su 10 piangono i loro parenti senza sapere dove sono, ignorando le torture che subiscono, le volte in cui verra rinnovata "la detenzione amministrativa", quella forma di arresto senza accusa su cui nemmeno gli avvocati potranno indagare. > > Le madri di quanti sono in carcere si ritrovano spesso sulle piazze di Ramallah o di Nablus, per affidare a un megafono gracchiante tutto il grido che il cuore non contiene più, e tengono sul petto un piccolo quadro con la foto del figlio, come se fosse morto.

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