venerdì 27 giugno 2014

ISRAELE: Italia e Spagna avvertono: stop agli affari nelle colonie



27 giu 2014


Roma e Madrid rivolgono un “avvertimento formale” ai propri cittadini affinché non investano in attività impreditoriali negli insediamenti illegali. Ieri la Francia ha esortato i suoi imprenditori a fare lo stesso, ma non si tratta di boicottaggio, spiegano i tre Paesi




della redazione

Roma, 27 giugno 2014, Nena News – Italia e Spagna si sono unite al gruppo dei Paesi dell’Unione europea che hanno lanciato una sorta di boicottaggio nei confronti di Israele per la sua politica degli insediamenti. Una mossa attesa, ha commentato l’ambasciatore dell’Unione europea in Israele, Lars Faaborg-Andersen: “Gli Stati membri stanno perdendo la pazienza. Se continua l’espansione degli insediamenti, altri Paesi emaneranno simili avvertimenti”.

Quello formulato oggi da Roma e Madrid è un “avvertimento” formale agli imprenditori italiani e spagnoli che intendano fare affari nelle e con le colonie ebraiche dei Territori occupati, cioè in Cisgiordania, a Gerusalemme est e nelle Alture del Golan. Insediamenti illegali, secondo il diritto internazionale, su cui l’Ue non riconosce la sovranità israeliana. Chiunque faccia affari qui, dunque, si espone a rischi finanziari e legali, hanno detto i ministri degli Esteri italiano e spagnolo, unendosi al coro di altri Stati dell’Unione: Germania, Gran Bretagna e ieri pure la Francia.

Il ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini, che a metà luglio sarà in visita in Israele, ha parlato di “implementazione tecnica di una scelta politica precedente”, presa al Consiglio Europeo del dicembre 2012. Stessa linea della Spagna. Non si tratta di boicottaggio verso Tel Aviv, hanno precisato dal ministero degli Esteri spagnolo, ma di un allineamento a decisioni prese a livello europeo: “Non abbiamo intenzione di mettere a repentaglio la cooperazione economica con Israele all’interno delle frontiere riconosciute internazionalmente”, cioè quelle del 1967, si legge in una nota riportata dal quotidiano israeliano Haaretz. Tuttavia “la situazione attuale potrebbe portare a dispute per la terra, l’acqua e le altre risorse naturali in cui si potrebbe investire e la aziende devono prendere in considerazione che investimenti negli insediamenti potrebbero coinvolgerle in una violazione del diritto internazionale e dei diritti umani”.

Ieri sulla questione si era espressa Parigi, con un avvertimento simile ai suoi imprenditori, mentre Berlino e Londra l’avevano fatto già mesi fa. La Francia ha esortato i suoi cittadini a consultare un legale prima di fare affari con imprese che lavorano negli insediamenti. L’allineamento dei cinque Paesi europei ha sullo sfondo la discussione accesasi a Bruxelles nelle ultime settimane sull’opportunità che la Commissione europea emani un avvertimento per tutti gli imprenditori dell’Unione che siano impegnati, o intendano impegnarsi in attività economiche con aziende israeliane che operano negli insediamenti. Nena News
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