mercoledì 2 luglio 2014

Comunicato dei giovani palestinesi sui fatti di Piazza Venezia, Roma, 1 luglio 2014.

Comunicato dei giovani palestinesi sui fatti di Piazza Venezia, Roma, 1 luglio 2014.
Noi giovani Palestinesi in Italia siamo indignati e fortemente preoccupati per quanto accaduto ieri a Roma, in piazza Venezia, dove un giovane è stato aggredito e violentemente picchiato da squadristi sionisti. In serata, inoltre, altri sei giovani sono stati brutalmente assaliti e feriti.
La sola colpa del giovane è stata quella di camminare nella piazza con al collo una Kefiah. Esprimiamo perplessità per le ricostruzioni dei media sull’accaduto: il giovane non stava prendendo parte a nessuna manifestazione; ci è infatti stato impedito dalle forze dell’ordine di ritrovarci con amici e compagni per esprimere apertamente il nostro sostegno al popolo palestinese sottoposto in queste ore al terrorismo indiscriminato di Israele. Non c’era quindi alcuna manifestazione; nonostante i tentativi di presentare versioni che suonino meno drammatiche dell’accaduto, di distogliere l’attenzione dalla strumentalizzazione politica israeliana dei i tre coloni catturati ed uccisi e la trememda rappresaglia contro il popolo palestinese, rimane la cruda realtà dei fatti: a Roma lo squadrismo fascista sionista ha libertà di assalire ed attaccare impunitamente cittadini liberi, che scelgono di indossare una kefiah, che scelgono di chiedere giustizia.
Siamo consapevoli che quanto accaduto ieri è purtroppo solo l’ultimo episodio della violenza sionista verso la nostra comunità e chi coraggiosamente esprime solidarietà per la nostra lotta di libertà. Sono anni che episodi di questa portata si ripetono a Roma, con il silenzio assenso delle istituzioni. Prendiamo atto di quanto accade: il progetto sionista non ambisce più “solamente” alla pulizia etnica del nostro popolo in Palestina, all’oppressione, espropriazione, occupazione dei palestinesi di Gaza, di Nablus, di Gerusalemme, di Jenin, di Akka, di Haifa o nel Negev. Il progetto sionista ha l’obiettivo di estirpare la nostra memoria, la nostra dignità anche fuori dalla Palestina. Non accetta l’esistenza stessa di un’anima palestinese, di un afflato di giustizia per la Palestina che ispiri anche dei liberi cittadini italiani, cittadini che scelgono di non rimanere zitti di fronte al terrorismo israeliano. E ahimè, questi intenti, queste sfaccettature di un’ideologia razzista e fascista, non ci sorprendono.
Quello che riteniamo ancora piu deplorevole è il silenzio, l’indifferenza che diventa approvazione, delle istituzioni romane. Roma sta diventando un’altra colonia israeliana, dove il terrore squadrista fa da padrone. Noi, cittadini anche italiani, cittadini di Roma, siamo indignati per l’inettitudine delle istituzioni che con il loro silenzio si rendono complici di tanta violenza, e rendono Roma una città meno bella, meno tollerante, meno giusta. Non si possono tollerare azioni squadriste che spesso degenerano in una violenza inaccettabile per una grande citta' come Roma. Crediamo che sia inaccettabile che Roma sia ormai una città preclusa al diritto di esprimere liberamente la propria opinione, il proprio sostegno ad una causa di giustizia.
Noi giovani palestinesi esprimiamo la nostra più profonda solidarietà ai compagni brutalmente picchiati, rivendichiamo il nostro diritto a sostenere il nostro popolo nella sua lotta di liberazione, pretendiamo che il diritto a esprimersi sia garantito a tutti i cittadini, inclusi, ovviamente, tutti coloro che esprimono solidarietà con la Palestina. Chiediamo quindi che le istituzioni romane, in primis il Sindaco Marino, respingano con forza la violenza squadrista. Chiediamo a tutti coloro che sostengono la Palestina, alle organizzazioni e movimenti di solidarietà di continuare a mobilitarsi e domandare giustizia per la Palestina.

Con il popolo palestinese, fino alla liberazione e il ritorno
Giovani Palestinesi

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